giovedì 31 dicembre 2015
lunedì 28 dicembre 2015
Il nostro autore Raffaele Cavaliere raggiunge il premio "Antonio de Curtis"
RECENSIONE
DEL LIBRO DI RAFFAELE CAVALIERE
AUTOREALIZZAZIONE
I nove passi del successo
Parafrasando
il titolo di uno dei romanzi più famosi di Luigi Pirandello: “Uno, nessuno e
centomila, il nostro scrittore Psicologo- Psicoterapeuta di fama
internazionale, autore di numerosi articoli scientifici e 10 libri pubblicati Raffaele
Cavaliere, ci mostra come noi siamo solo “uno” e “due”. E lo fa con maestria e
competenza, sia psicologica, sociologica che antropologica, nonché descrittiva
e narrativa. Ci fa vedere per davvero chi è l’uomo, ad iniziare dalla creazione
di Dio dove l’uomo è “UNO”, cioè in unione con il tutto, in armonia con Dio, e
che, con il peccato originale commesso da Adamo ed Eva, l’uomo allontanandosi dalla natura creata da Dio, da sé stesso, diventa “DUE”, cioè si crea in lui la dualità la disarmonia e
quindi la sofferenza.
In
ogni cosa che vive c’è sempre il suo
opposto, il bene e il male.
Raffaele
entra più nel concreto e per meglio spiegare il concetto di unità (UNO) e
dualità (DUE), con grande lucidità e con estrema facilità passa dalla creazione
di Dio alla creazione dell’uomo o meglio alla nascita del bambino.
Anche
il bambino nel grembo materno è in unione con la mamma, in armonia, ma alla
nascita, il cordone ombelicale che lo
legava indissolubilmente alla mamma viene reciso e con esso anche l’armonia,
l’unione, ed è l’inizio della dualità, della sofferenza.
Tutto
resta immutato per l’eternità, non c’è nessuna speranza per ritrovare l’”UNO”?
Raffaele
ci mostra sapientemente, come noi siamo assoggettati alle varie fasi naturali
della vita (quattro), ad iniziare dall’infanzia (ciclo dell’apprendimento) fino
alla vecchiaia (ciclo della libertà) e
che noi non possiamo fare altro che assecondarle.
E’
confortante sapere che la nascita costituisce l’inizio della dualità mentre la
vecchiaia costituisce l’inizio dell’unità.
E’
vero che c’è un destino incombente, ma è anche vero, per chi lo desidera, c’è
la possibilità di realizzare un proprio
progetto di vita che passa attraverso la crescita personale e spirituale. E qui
entra in gioco la grande professionalità dello psicologo Raffaele Cavaliere che
riesce con estrema semplicità a descrivere i nove passi per l’autorealizzazione
ripercorrendo le tappe della risalita dell’Albero della Vita: il percorso che
l’uomo (Angelo caduto) deve fare a ritroso per tornare ad essere sé stesso e
quindi ritornare a Dio.
Occorre
trovare la via dell’unità e per farlo bisogna scegliere coscientemente il bene
che purtroppo è contrapposto al male che si chiama Ego.
Egli
dice che non è sufficiente conoscere, fare del bene, ma è fondamentale
conoscere il male, il vizio capitale.
Quest’ultimo
è la causa dell’attaccamento dell’uomo al potere, al piacere, al possesso che
diventano valori assoluti da perseguire per tutta la vita e che non permettano
quindi l’amore per sé stessi e per gli altri.
Raffaele
nel suo libro, dopo aver dettagliatamente analizzato i problemi, alla fine di
ogni capitolo ha inserito un momento di riflessione molto utile per i lettori
attenti, desiderosi di conoscere e migliorarsi per raggiungere il benessere.
9
capitoli del libro per 9 tappe per il
traguardo dell’autorealizzazione, dell’unità, dell’armonia con il tutto per la
conquista dell’amore universale.
Prima
tappa l’equilibrio, dall’io al tu e dal tu al noi all’interno dei cicli della
vita, ma soprattutto la ricerca dell’equilibrio tra interiorità ed esteriorità,
tra bisogno di individuazione e bisogno di appartenenza, di socializzazione,
tra emozioni e pensiero; seconda tappa la verità, l’andare al di là del bene e
del male per comprendere la realtà, sviluppando il distacco dalle situazioni
che permette una visione fuori dal contesto, avere il coraggio di essere veri,
se stessi e scoprire di essere figli di Dio ; a seguire la bellezza, l’amor
proprio, si l’amor proprio, perché se non si ama sé stessi non si può amare gli
altri; la tappa prosegue con il sole centrale, la ricerca del sole interiore
per riconoscere i propri limiti, sviluppare l’umiltà e ridurre gradualmente
l’orgoglio, la superbia e le ambizioni dell’Ego; quinta tappa la giustizia, il
rispetto dell’ordine dei ruoli, delle norme, della gerarchia il non giudicare
per non essere giudicato, il rispetto dell’identità altrui; sesta tappa la
grazia,la luce interiore, l’affidarsi, le forze celesti come angeli custodi;
settima tappa l’intelligenza, quella che permette di
comprendere come raggiungere il progetto di vita evitando le cose superficiali
della vita; facendo anche scelte impopolari, quella intelligenza che comprende la necessità di superare i vizi
che rendono schiavi, come l’amore per le ricchezze, i fasti mondani, il potere,
il successo e i piaceri esagerati della vita; ottava tappa l’amore, che unisce,
fa crescere, apre a nuove esperienze, costruisce nuove entità, l’amore è energia che
fluisce liberamente e favorisce la crescita individuale e l’evoluzione della
collettività, il primo passo per amare è l’amor proprio, l’essere liberi dalle
tentazioni della nostra parte oscura.; . ed infine l’ultima tappa la volontà, il
motore di ogni azione che nasce dal pensiero, dalla passione, quella energia
che consente di superare gli ostacoli
“Tu sei quello che pensi”.
Un
libro di grande spessore, un vademecum per la vita, che sicuramente chiarisce,
svela molti misteri dell’uomo, sfata luoghi comuni e certezze ipocrite. Un
libro completo che spazia a 360 gradi che si inserisce nel cerchio magico della
circolarità del tempo, eternamente immobile nel qui ed ora dove tutto fluisce
armoniosamente.
Un’opera
che non resterà inascoltata, ma che è destinata, con l’aiuto della luce diffusa
degli Angeli protettori, a penetrare quella fitta nebbia che avvolge l’umanità.
Dante
De Rosa
Titolo: Autorealizzazione - I nove passi del successo
Un percorso di crescita personale e spirituale per tutti
Autore: Raffaele Cavaliere
Genere: Saggistica
Form. (mm.) 200 x 130
Pag. 250
Prezzo: 19,90
L’uomo nasce con un progetto di vita da
realizzare e con un destino da compiere, e durante tutto l’arco della
sua vita lavora al suo perfezionamento. La risalita dell’Albero della
Vita, i nove passi del successo, è un percorso che sostiene la persona
nel superare la “separazione”, andare oltre la dualità e, giorno dopo
giorno, avvicinarsi all’Armonia.
lunedì 21 dicembre 2015
"Fortunato Gatto " di Fabrizio Ruggieri
Titolo: Fortunato Gatto
Autore: Fabrizio Ruggeri
Genere: Narrativa
Formato (mm.) 200 x 130
Pag. 196
Prezzo: 17,90
Fortunato Gatto detto “Micio”, Velenio
Trespinelli, Lucio “Storia”. Sono tre i personaggi coinvolti in questa
misteriosa vicenda che ha inizio apparentemente proprio da un triangolo,
un simbolo massonico ricamato sopra un borsello. È la lettera che
Velenio scrive al lontano amico Micio, carismatico artista ex componente
della sua rock band, ritrovatosi improvvisamente a vivere una nuova
vita in un’altro angolo del mondo. Un’opera grottesca in cui si fondono
occulto, musica, sesso, amore, pazzia, eccessi.
venerdì 18 dicembre 2015
Il difficile destino degli scrittori
Viviamo
in un’era tecnologica, dove il ritmo della vita ha preso nuovi andamenti. Un
era di computer, di telefonini sempre più evoluti, l’era del “whatsapp” dove si
comunica per messaggini, dove non bastando quest’ultimi, sono di moda i mini
messaggi, quelli fatti di un linguaggio cifrato il più possibile sintetico. Se
si vuole comunicare un amore nascente, un sentimento che ha preso il via nel
proprio cuore, non ci si guarda più negli occhi, non ci si presenta con dei
fiori in mano, ma s’invia un messaggio corredato di faccine e cuoricini. E’
come se l’uomo “moderno” non avesse più tempo per nulla. Tempo per esprimere i
propri sentimenti, per divulgare idee. In una società scandita da una verità
sempre più violenta e sempre più virtuale nessuno ha voglia di leggere un
libro. Né tantomeno spendere dei soldi per un libro. Chi mai, ha più ha voglia
di sedersi in poltrona, spegnere il cellulare, la tv, il computer, e rilassarsi
a leggere la parola scritta con il risultato di riempirsi il cuore e la mente
di tutto quel patrimonio nascosto ed incommensurabile? Così facendo, non ci si
è accorti di aver perso un patrimonio, quello del messaggio che, rimane
comunque scolpito nel tempo. Gli scrittori, dunque, sono diventati creature
anacronistiche, fantasmi di un passato pur recente ma lontanissimo dalla realtà
attuale. Ed i libri? Destinati a giacere negli scaffali come oggetti inutili e
scomodi destinati ad intridersi di polvere. Meglio il virtuale, ciò che puoi
guardare senza la fatica e lo spreco di tempo per leggere. La poesia di un
libro è scomparsa per sempre per lasciare il posto all’inaridimento. Spendere i
soldi per un libro? Meglio acquistare una lattina di birra.
Fulvia
musso
lunedì 14 dicembre 2015
ADA GIGLI, FELICEMENTE INFELICE di Patrizia Ciribé
giovedì 10 dicembre 2015
giovedì 3 dicembre 2015
Lettera a Babbo Natale di Babbo Bruno
A Babbo Natale, Lapponia
- recapitare entro il 24 mattina, fa fede er timbro der piccione -
Ciao, Bruno 51 anni.
Maggiori informazioni http://www.arduinosaccoeditore.eu/chat-ase/
- recapitare entro il 24 mattina, fa fede er timbro der piccione -
Caro Babbo Natale, ti scrivo perchè voglio che tu mi porti qualcosa per
Natale, come tutti, nessuno te scrive buste coi sòrdi dentro credo, e
non vedo perchè dovrei esse io er primo...
Innanzitutto nun passà a casa mia a Roma, portame tutto fuori, ar mare,
allungherai de 30 kilometri, ma nun ce stanno i palazzi alti ed è più
difficile che tte schianti sui camini... Secondo poi, famme capì ’na
cosa, ma che cazzo galoppano a ffà le renne tue se volano?... terza
cosa... c’hanno ’e ali trasparenti?? quarto... tu come cavolo fai a
entrà dai caminetti co’ ’a panza che t’aritrovi? quinto... ’a slitta tua
c’ha un portabagaji da fà schifo, ma perchè nun dici ’a verita che nun
sei te che porti i regali a tutti i bambini der mondo, ma li compràmo
noi pe’ corpa tua?
Er fatto che risponderai a tutte le mie domande, non fa sì che te debba risparmià er viaggio...
Io durante l’anno sò stato bono, nun ho corcato de botte parecchie
persone che se lo meritavano, nun ho trombato mai mai, si, me lo sò
toccato quarche volta, ma solo pe’ vedè se c’era ancora... (c’è... per
cui me pòi portà ancora regali da maschietto), a casa me sò sempre
seduto sulla tavoletta e sur muro nun ce stanno gli schizzi come nei
cessi qua al lavoro che sembra c’ha piovuto da poco, ho sempre
accompagnato i miei bimbi all’asilo e pe’ entrà non ho mai preso a
sediate le mamme ferme sulla porta a chiacchierà co’ la maestra, nun ho
gonfiato tutti i compagnetti dei miei figli che ogni volta appena me
vedono me fanno ’’sciò sciò’’, nun ho preso a carci in culo nè la mia ex
e neanche la madre, anche se de spazio e de motivi a disposizzione ce
ne sarebbero parecchi, non ho rotto er cazzo a nessuno al lavoro e non
ho leccato pe’ rimanè ar posto mio pure l’anno prossimo, ho fatto er mio
dovere ma senza strafà pe’ nun rubbà eventualmente er posto a qualcun
altro, quanno ho lavorato l’ho fatto con gusto, quanno nun ho lavorato
ho scritto con gusto, quando nun ho lavorato e nun ho scritto, vordì che
stavo a dormì de gusto... ho tirato avanti co’ ’na machina de 14 anni
fà che nun m’abbandona solo perchè je faccio pena, perde più der Lecce
fòri casa e l’ho spinta 6-7 volte fino alla discesa der meccanico mio
che me vedeva entrà e poi me vedeva subbito uscì perchè in discesa me
s’accenenva... ho cercato de risparmià er più possibbile quanno annavo a
fà la spesa, ho comprato solo ’a robba in offerta, e ho dovuto combatte
co’ tutte le differenze tra lo scontrino e er prezzo dell’offerta,
raramente combaciavano e raramente me ne sarò accorto in tempo... ho
lottato contro l’aumento der prezzo della benzina, ho messo sempre benza
ar faidate, co’ qualsiasi clima, dai +50° ai -25°, pe’ risparmià 4
centesimi ar litro dopo che de notte er governo aveva aumentato er
prezzo de 20, nun ho mai chiesto ar portiere mio perchè quanno je lascio
er resto della rata der condominio, nun me ringrazzia, forse perchè
qualsiasi risposta me desse, lo prenderei a pizze a 2 a 2 finchè nun
diventano dispari... nun ho mai pisciato sulle tende de quello de sotto
che le lascia tirate giù tutto l’anno e quanno innaffio, appena je ce
cascano dù gocce d’accqua, me viè a rompe er cazzo ar citofono... non ho
mai fatto finta de nun vedè ’a machina de un negozziante anziano che la
mette in doppia fila sempre davanti alla mia sapendo che esco sempre a
tale ora, a volte me verrebbe da mette in moto e partì e portammela al
lavoro co’ mme... nun ho mai chiamato er comune de Roma denunciandolo
pe’ tentato omicidio ripetuto tutti i giorni, quanno entro ed esco dalle
buche pe’ strada... nun me sò mai lamentato de annà al lavoro tutte le
matine, più spesso me lamento er venerdì sera che devo tornà a casa...
anche perchè nun sò se er luneddì appresso lavorerò ancora.. nun ho mai
detto ar collega che me stà de fronte, che mette ’na stazzione radio der
cazzo, che ormai la scaletta è quella da 4 anni e nun la cambiano
proprio pe’ lui, sennò se svejerebbe dar coma e cambierebbe emittente...
nun me sò mai lamentato se la sera pe’ tornà a casa, devo prima annà
verso er mare, famme la fila insieme ai marinai e poi tornà verso
Roma... non ho mai preso a pizze er dentista mio che m’ha fissato 8
appuntamenti de cui 6 erano de chiacchiere e perdite de tempo, in totale
m’ha tenuto dentro 8 minuti e m’ha fatto perde 15 ore de lavoro... non
ho mai preso a calci ’a segretaria del dentista, che prima m’ha fatto
vedè er prezzo pieno come i marocchini quanno te sparano ’a cifra
iniziale, e poi m’ha fatto lo sconto... me sò fatto er bagno ar mare
tutta l’estate in piedi come gli stambecchi delle dolomiti, pe’ tenè pe’
mano i miei bimbi "dove nun se tocca", me sò abbronzato spalle e naso e
cor resto ce potrei fà n’insalata de mare pe’ quanto è stato in
salamoia... ho combattuto tutto l’anno co’ i gestori dei cellulari, che
mannavano i messaggi e le telefonate a destinazzione quanno cazzo je
pareva, ma i soldi miei se li ciucciavano in tempo reale... ho sospirato
pe’ la distanza dall’amore e smadonnato pe’ la vicinanza de na
cacacazzi... ho risposto sur fisso a wind infostrada tele2 telecom
italia... ognuno te proponeva ’a cosa più conveniente rispetto a tutti
l’artri, ma io ho capito che ’a cosa più conveniente è smurà tutte le
prese der telefono fisso... ho fatto tante de quelle file alla posta,
che me dovrebbero assume come bollettino in bianco, pe’ ’na vorta armèno
nun pago gnente...
...per questo e mille altri motivi caro Babbo Natà, te chiedo de nun
portamme più gnente... che l’anno scorso pe’ regalo t’avevo chiesto
tramite posta celere quarche svertina, e m’hai portato solo rogne
prioritarie, st’anno fatte l’affari tua e da me nun ce venì... anche se
passi pe’ sbajio, te sparo. Poi nun te lamentà se diranno che Babbo
Natale nun esiste... più.
Ciao, Bruno 51 anni.
Maggiori informazioni http://www.arduinosaccoeditore.eu/chat-ase/
mercoledì 2 dicembre 2015
Penne on the road - partecipa con un racconto
Partecipa a Penne on the road
NUMERI di uscita INFINITI !!!
Penne on the road
Siamo lieti di comunicare la nascita
della nuova collana “Penne On The Road” composta da racconti brevi per
promuovere in libreria nuove firme della letteratura italiana. Gli
autori non dovranno sostenere alcuna spesa per la pubblicazione. E in
più un conto vendita per le librerie, qualora si desideri organizzare
una presentazione individuale, o con altri autori partecipanti al
progetto. La raccolta dei racconti saranno editati in una antologia
multipla e distribuita in libreria. Per partecipare è sufficiente
inviare un breve racconto di massimo 4000 parole(pari circa a cinque
pagine A4) compreso di biografia di max 10 righe a:
arduinosacco@virgilio.it completi di dati telefonici e residenziali. Per
i racconti selezionati e ammessi alla pubblicazione, gli autori
riceveranno una copia in omaggio.
Penne on the road Penne on the road Penne on the road Penne on the road Penne on the road ...
martedì 1 dicembre 2015
Da: Lo zainetto invisibile di Silvana Guerra *VIDEO
Titolo: Lo zainetto invisibile
La ricerca delle origini nelle adozioni internazionali tra diritto, web e dinamiche relazionali
Autore: Silvana Guerra
Lo “Zainetto invisibile” ha
come tema la ricerca delle origini da parte dei minori adottati
internazionalmente. Partendo dal presupposto (da cui il titolo) che ogni
bambino e ogni bambina che va in adozione porta con sé uno zainetto
invisibile nel quale è racchiusa la sua vita preadottiva e dunque tutti i
suoi ricordi e i suoi sentimenti, il libro con linguaggio semplice e
diretto affronta l’argomento dal punto di vista giuridico, del web e
delle dinamiche relazionali.
domenica 29 novembre 2015
Rita Proto in "Tra Ali e Radici"
POESIA – Se le ali servono anche a tornare a casa. Intervista a Rita Proto
La scrittrice e poetessa Rita Proto è l'autrice del libro di poesie "Tra ali e Radici", edito da Arduino Sacco Editore
Da Simonetta Caminiti -
Fluttuare nel vento, attraversare vuoti, fronde pungenti, cercare il
sole. Eppure, mai dimenticare che da qualche parte sulla strada, lì a
terra, restano le salde le proprie «radici». Lo sa bene la nostra Rita
Proto, giornalista già firma del Corriere della Sera e L’Unità che
collabora con MP News, ma che, oltre a occuparsi di informazione, scrive
belle poesie. La sua raccolta Tra ali e radici (Arduino Sacco Editore) è
un percorso e un saggio in preziosi frammenti sull’equilibrio che nella
vita una donna stabilisce faticosamente tra le corse, i cambiamenti, le
piccole-grandi calamità della vita, e quella patria di emozioni e
valori a cui resta sempre ancorata. Quella parte di sé che nulla muta,
che lega e protegge.
Tra ali e radici. Quali sono nella tua vita “le ali” che ti fanno volare, e le “radici” che ti tengono salda e fedele alla terra?
Le ali che mi fanno volare sono le speranze, i sogni a occhi aperti. Anche gli aquiloni, che spero portino le donne afgane lontano dalle loro catene. Ci sono momenti magici, in cui mi sento parte di una Rete, in cui condivido gioie e difficoltà con le persone care, con gli amici e compagni di viaggio. Spiego le ali quando scrivo sul mio quaderno di carta fiorentina, rilegato da un vecchio artigiano, con fiori e colori di primavera . Le radici? Sono la mia forza, la mia energia di donna che conosce se stessa e si vede salda nei suoi diritti. Radici sono la mia casa, i miei amori, mia figlia. Ma anche la coerenza dei miei ideali, i valori su cui ho costruito la mia vita e che ho cercato di seminare .
Scrivere poesie nel 2015. Per chi? Che tipo di persone, in una società che corre, brucia il piacere nei pochi minuti di una sigaretta, legge soprattutto storie forti – che tipo di persone, torno a chiederti – ama la poesia?
Il lettore di poesia è un sognatore. Una persona che ama vivere lentamente, assaporando sapori ed emozioni senza fretta. Un uomo o una donna che amano le emozioni forti, raccontate con l’occhio del pittore che vede quello che sente dentro di sé. Un libro di poesia si può prendere al bisogno, aprire a caso o cercando quelle parole che ci fanno bene, perché ripercorrono le strade del nostro dolore o della nostra gioia. Parole che ci ricordano un amore perso o ritrovato, che ci fanno sentire meno soli.
Quando hai scoperto di voler fare la giornalista e… pensi che la vena poetica ti serva anche in questo lavoro?
Scrivo poesie da sempre. Quando ero adolescente mi hanno regalato il “gioco del giornalista”, visto che amavo molto scrivere. In realtà ho scoperto che volevo fare la giornalista quando, nel 1982, ho vinto la borsa di studio della FIEG e FNSI, che mi ha aperto le porte di una professione che ho amato dal primo momento. Ho avuto grandi maestri che mi hanno aiutato a trovare il mio stile e a raccontare la realtà.A modo mio. Linguaggio poetico e linguaggio giornalistico non sono poi così diversi: si tratta di uno sguardo personale sulla realtà. In buona fede e sempre con la convinzione che, ieri e oggi, “il personale è politico”.
Ci regali un paio di versi delle tue poesie che ti hanno un po’ cambiato la vita?
Non riesco a “frantumare” le mie poesie in versi. Preferisco regalarne una della mia raccolta Tra ali e radici” Arduino Sacco Editore, che amo molto, dal titolo,“Epitaffio”:
Voglio essere seme,
che la terra sia fertile
e il Giardiniere
se ne prenda cura.
Avrò fiori e foglie e rami
e al vento canterò
parole di donna.
Quali sono i tuoi modelli letterari?
Amo molto la poesia russa (in particolare Anna Achmatova e Marina Cvetaieva) , l’antologia di Spoon river di E.Lee Master, Alda Merini, Nâzım Hikmet . Emily Dickinson riesce in estrema sintesi a raccontare emozioni che restano sospese. Di recente ho scoperto il fascino dell’haiku e la forza dei landays, piccole composizione poetiche delle donne pastun. Solo due versi, uno di 9 e uno di 13 sillabe, con cui le afgane riescono a raccontare le loro vite, tra amore e dolore con una intensità inaspettata.
Lo stereotipo vuole che il poeta sia sempre un po’ infelice. È così?
Non credo che un poeta sia infelice. Credo però che sia consapevole dei limiti della realtà e che cerchi di mettere ali ai suoi desideri. Spesso racconta quello che gli manca, ma in certi attimi riesce a cogliere la scintilla di momenti irripetibili. Il poeta guarda in alto, ma conosce le profondità del dolore e della solitudine. Sa godere di un’alba, di un amore, di una vera amicizia.E non si sforza di vedere sempre il “bicchiere mezzo pieno”…
Cos’altro ti piace scrivere?
Mi piace scrivere “Incontri metropolitani”, che è diventata una rubrica in cui racconto l’incontro con persone che non conosco ma che condividono la loro vita per il tempo di un viaggio in metro o dell’attesa di una visita. Mi piace ascoltare le storie, conoscere persone di culture e lingue diverse. Mi fa sentire in una Rete solidale, in cui mi sento cittadina del mondo.
A chi dedichi il tuo primo volume?
A mia figlia Liliana. Che spero scoprirà nei miei versi tante sfumature di me che non conosce: non solo mamma, ma anche figlia, amica, donna che ama e lotta per i suoi diritti.
"L'intervista radiofonica del 10 novembre 2015 è di Dickens, programma di approfondimento letterario, condotto da Maria Genovese su Roma Tre Radio tutti i martedi dalle 17 alle 18 su Roma Tre Radio".
Tra ali e radici. Quali sono nella tua vita “le ali” che ti fanno volare, e le “radici” che ti tengono salda e fedele alla terra?
Le ali che mi fanno volare sono le speranze, i sogni a occhi aperti. Anche gli aquiloni, che spero portino le donne afgane lontano dalle loro catene. Ci sono momenti magici, in cui mi sento parte di una Rete, in cui condivido gioie e difficoltà con le persone care, con gli amici e compagni di viaggio. Spiego le ali quando scrivo sul mio quaderno di carta fiorentina, rilegato da un vecchio artigiano, con fiori e colori di primavera . Le radici? Sono la mia forza, la mia energia di donna che conosce se stessa e si vede salda nei suoi diritti. Radici sono la mia casa, i miei amori, mia figlia. Ma anche la coerenza dei miei ideali, i valori su cui ho costruito la mia vita e che ho cercato di seminare .
Scrivere poesie nel 2015. Per chi? Che tipo di persone, in una società che corre, brucia il piacere nei pochi minuti di una sigaretta, legge soprattutto storie forti – che tipo di persone, torno a chiederti – ama la poesia?
Il lettore di poesia è un sognatore. Una persona che ama vivere lentamente, assaporando sapori ed emozioni senza fretta. Un uomo o una donna che amano le emozioni forti, raccontate con l’occhio del pittore che vede quello che sente dentro di sé. Un libro di poesia si può prendere al bisogno, aprire a caso o cercando quelle parole che ci fanno bene, perché ripercorrono le strade del nostro dolore o della nostra gioia. Parole che ci ricordano un amore perso o ritrovato, che ci fanno sentire meno soli.
Quando hai scoperto di voler fare la giornalista e… pensi che la vena poetica ti serva anche in questo lavoro?
Scrivo poesie da sempre. Quando ero adolescente mi hanno regalato il “gioco del giornalista”, visto che amavo molto scrivere. In realtà ho scoperto che volevo fare la giornalista quando, nel 1982, ho vinto la borsa di studio della FIEG e FNSI, che mi ha aperto le porte di una professione che ho amato dal primo momento. Ho avuto grandi maestri che mi hanno aiutato a trovare il mio stile e a raccontare la realtà.A modo mio. Linguaggio poetico e linguaggio giornalistico non sono poi così diversi: si tratta di uno sguardo personale sulla realtà. In buona fede e sempre con la convinzione che, ieri e oggi, “il personale è politico”.
Ci regali un paio di versi delle tue poesie che ti hanno un po’ cambiato la vita?
Non riesco a “frantumare” le mie poesie in versi. Preferisco regalarne una della mia raccolta Tra ali e radici” Arduino Sacco Editore, che amo molto, dal titolo,“Epitaffio”:
Voglio essere seme,
che la terra sia fertile
e il Giardiniere
se ne prenda cura.
Avrò fiori e foglie e rami
e al vento canterò
parole di donna.
Quali sono i tuoi modelli letterari?
Amo molto la poesia russa (in particolare Anna Achmatova e Marina Cvetaieva) , l’antologia di Spoon river di E.Lee Master, Alda Merini, Nâzım Hikmet . Emily Dickinson riesce in estrema sintesi a raccontare emozioni che restano sospese. Di recente ho scoperto il fascino dell’haiku e la forza dei landays, piccole composizione poetiche delle donne pastun. Solo due versi, uno di 9 e uno di 13 sillabe, con cui le afgane riescono a raccontare le loro vite, tra amore e dolore con una intensità inaspettata.
Lo stereotipo vuole che il poeta sia sempre un po’ infelice. È così?
Non credo che un poeta sia infelice. Credo però che sia consapevole dei limiti della realtà e che cerchi di mettere ali ai suoi desideri. Spesso racconta quello che gli manca, ma in certi attimi riesce a cogliere la scintilla di momenti irripetibili. Il poeta guarda in alto, ma conosce le profondità del dolore e della solitudine. Sa godere di un’alba, di un amore, di una vera amicizia.E non si sforza di vedere sempre il “bicchiere mezzo pieno”…
Cos’altro ti piace scrivere?
Mi piace scrivere “Incontri metropolitani”, che è diventata una rubrica in cui racconto l’incontro con persone che non conosco ma che condividono la loro vita per il tempo di un viaggio in metro o dell’attesa di una visita. Mi piace ascoltare le storie, conoscere persone di culture e lingue diverse. Mi fa sentire in una Rete solidale, in cui mi sento cittadina del mondo.
A chi dedichi il tuo primo volume?
A mia figlia Liliana. Che spero scoprirà nei miei versi tante sfumature di me che non conosce: non solo mamma, ma anche figlia, amica, donna che ama e lotta per i suoi diritti.
"L'intervista radiofonica del 10 novembre 2015 è di Dickens, programma di approfondimento letterario, condotto da Maria Genovese su Roma Tre Radio tutti i martedi dalle 17 alle 18 su Roma Tre Radio".
mercoledì 25 novembre 2015
Cadeau Livre
Invia un
libro del nostro catalogo a chi vuoi: noi provvederemo a farlo
recapitare all'indirizzo che ci indicherai senza spese di spedizione.
L'iniziativa non è valida per "omaggio di benvenuto".
Regala il tuo libro a un amico con "Cadeau Livre" - le spese di spedizione sono a nostro carico. Scrivi il tuo indirizzo nella prima parte e il destinatario nella seconda. Iniziativa dedicata a: autori e non.
martedì 24 novembre 2015
venerdì 6 novembre 2015
Marco Del Bene in: L'Apprendista Cantastorie
Sabato 21 Novembre - INIZIO: 18.00
ACCADEMIA DEL TEMPO LIBERO in VIA GIOVANNI XXIII - BRINDISI (PUGLIA)
presentano
L'APPRENDISTA CANTASTORIE
martedì 3 novembre 2015
Presentazione di: Lo zainetto invisibile
La S.V. è invitata alla presentazione del libro
Lo zainetto invisibile La ricerca delle origini nelle adozioni internazionali tra diritto, web e dinamiche relazionali
Introduce
On. Roberta Agostini Intervengono Dott. Gianfranco Arnoletti, Presidente dell’Ente autorizzato CIFA Onlus Dott.ssa Valeria Palano, Psicologa dell’Ente autorizzato CIFA Onlus
On. Roberta Agostini Intervengono Dott. Gianfranco Arnoletti, Presidente dell’Ente autorizzato CIFA Onlus Dott.ssa Valeria Palano, Psicologa dell’Ente autorizzato CIFA Onlus
Giovedì 12 novembre ore 17,30
Sala Salvadori sita in via Uffici del Vicario
Palazzo dei Gruppi della Camera dei Deputati
Iscriviti a:
Post (Atom)